Таинственные аномалии Спруто НЛО
9 мая 1993 года
Filiberto Caponi с пришельцем встречался 5 раз
Il caso Caponi è uno dei più famosi e più discussi casi della casistica ufologica italiana. I protagonisti di questo caso sono Filiberto Caponi, allora ventitreenne e artigiano, e un presunto EBE. Questa vicenda consiste in ripetuti incontri ravvicinati di terzo tipo con un presunto extraterrestre.
Il testimone dunque, ha incontrato più volte la strana creatura, per la precisione ben cinque volte e in date diverse: il primo incontro è accaduto il 9 maggio; il secondo dopo 15 giorni, quindi il 24 maggio; il terzo incontro avvenne tre mesi dopo, l'11 agosto; il quarto nove giorni dopo, il 20 agosto; il quinto ed ultimo incontro ad un mese preciso di distanza, il 20 settembre.
PRIMO INCONTRO, 9 maggio 1993, sera.
Filiberto Caponi, tornava a casa dopo un giro in macchina. Una volta chiuso il garage, sent' un lamento provenire dalla strada, era un verso alquanto insolito. Si affacciò verso la strada e vide, vicino ad una casa, una specie di "palla bianca" da cui proveniva quello strano lamento. Pensando che fosse un gatto abbandonato chiuso in una busta si avvicinò e gli diede un piccolo colpettino con il piede per farlo uscire fuori, ma una volta colpita, questa "palla bianca" si alzò in piedi e scappò scavalcando un muretto. La creatura era molto veloce, ma Caponi riusc' a vedere che era un umanoide poichਠaveva delle piccole braccia, che non usava tenendole immobili, delle gambe fasciate, una testa di cui riusci' a vedere la pelle e una specie di borsa scura che la creatura portava sulle spalle. Dopo l'incontro Filiberto Caponi si accorse che, nel piede con cui aveva colpito quell'essere (piede destro), c'era un annerimento della pelle che scomparve del tutto dopo tre giorni. Caponi rientrò a casa, raccontò tutto e poi, riusc' in strada, questa volta insieme a suo padre, in cerca di tracce lasciate da quella creatura. Il padre trovò, dietro al muretto dove era fuggita l'entità , una garza insanguinata. Questa aveva un aspetto ripugnante, allora decisero di non riportarla in casa e si limitarono a posarla sotto una vecchia lavatrice per poi farla analizzare il giorno dopo ad Ascoli Piceno. Quella stessa notte, Caponi sent' nuovamente quello strano verso, inizialmente non vide niente, ma ad un certo punto lui e il padre, guardando attraverso la finestra, lo videro correre molto velocemente. La mattina dopo, la garza insanguinata che era stata depositata sotto una vecchia lavatrice, era sparita inspiegabilmente, fu allora che Filiberto Caponi decise di procurarsi una macchina fotografica. Gli fu prestata dal cognato una Polaroid 660.
SECONDO INCONTRO il 24 maggio 1993, ore 2.00 AM.
Filiberto ascoltò nuovamente il lamento che aveva sentito 15 giorni prima, allora, presa la macchina fotografica usc' di casa per cercare di scattare qualche foto a quella creatura. Una volta uscito dalla porta di casa, vide lo strano essere dirigersi verso di lui ad andatura normale. Caponi scattò una prima foto, e l'essere, vedendo la luce del flash, si arrestò, fu allora che Filiberto molto velocemente si avvicinò allo strano essere, scattò una seconda fotografia per poi scappare dentro casa. Si svegliò suo padre, allora il figlio Filiberto gli mostrò le foto che aveva appena scattato per vedere cosa mostravano. Inizialmente si vedeva soltanto un'ombra scura, ma successivamente si resero visibili testa e braccia. Comunque inspiegabilmente, le foto non erano chiare ma si vedevano solo "parti" della strana creatura.
TERZO INCONTRO, 11 agosto 1993, ore 5.00 AM.
Caponi si trovava fuori dalla sua casa, stava guardando le stelle, ma ben presto si trovò a guardare nuovamente la strana creatura che era seduta davanti la porta della sua officina. Allora, rientrò subito in casa per prendere la macchina fotografica e per scattare qualche altra foto. Riusc' subito all'esterno e scattò alcune foto. Lo strano essere alla luce del flash girò lentamente la testa, si alzò in piedi, poi curvò la schiena per poi girarsi ed infine scappare, ma l'importante era avere le foto della creatura che si mostrò finalmente a Filiberto infatti in queste foto, il presunto EBE era completamente visibile. L'essere si mostrava avvolto in una specie di coperta, le gambe erano avvolte da veli e fasce. Caponi riusc' a fare una breve descrizione della coperta indossata dal misterioso essere: era scura, e nelle spalle sembrava di cuoio rattoppato.
QUARTO INCONTRO, 20 agosto 1993.
Filiberto riusc' a scattare due nuove fotografie alla misteriosa creatura. Una volta aperta la finestra, riusc' a vedere l'essere seduto al centro dello spiazzale davanti la casa. Scese subito e scattò la prima foto e la creatura, come suo solito, girò la testa molto lentamente, fu allora che gli venne scattata un'altra foto e, subito dopo lo scatto, l'essere si alzò in piedi, incurvò la schiena e scappò. Esso questa volta, si mostrò leggermente diverso di come si era mostrato nelle altre occasioni: aveva gambe coperte da veli e fasce come sempre, ma questa volta non aveva più la sua coperta. Grazie ll'assenza della coperta, il testimone riusc' a vedere che l'entità aveva nel petto come due strani tubi, che si muovevano sotto pelle; Caponi ipotizzò che essi potevano servire per respirare. Il corpo dell'entità sembrava completamente bagnato. E' da notare che il giorno stesso, la sorella di Filiberto aveva sentito dei rumori sulla terrazza dove erano tenuti dei barili per annaffiare i fiori. Quando andarono a dare un'occhiata si accorsero che uno dei barili era vuoto per metà . Non trovarono nessuna traccia dell'essere, ma solo un piccolo buco nel muro.
QUINTO INCONTRO, 20 settembre 1993.
Questo fu l'ultimo incontro di Filiberto Caponi con la strana creatura. Erano le 3.00 AM circa e Filiberto, ormai in guardia da molte notti, vide di nuovo la strana creatura dalla finestra della sua camera. Prima di uscire di casa e di fotografarlo, decise di farlo vedere a sua nonna, che dormiva nella camera accanto. Allora si diresse nella sua camera e la svegliò, e, poichਠera impossibile vedere l'entità dalla finestra della camera di sua nonna, uscirono direttamente fuori per guardarlo. Una volta scese le scale e aperta la porta, la nonna di Filiberto vedendo quella strana creatura, si spaventò ed iniziò ad urlare e a supplicare il nipote di stare lontano da quell'essere che defin' maligno e demoniaco. Lui, tranquillizzata la nonna scattò una foto e l'essere come suo solito scappò via. Caponi lo insegu' sotto la pioggia, fino al campo, fu l' che lo perse di vista definitivamente. Questa volta l'essere sembrava ricoperto da una strana sostanza sierosa, sembrava sangue. Il caso continua ancora oggi... La sua, fu una storia che fece discutere, e fa discutere, seppur molto di meno, ancora oggi, anche se ormai la gente è propensa a credere nella falsità di questo caso. Le fotografie di Caponi fecero molto discutere, furono pubblicate in un settimanale "Visto", apparvero nella trasmissione "I Fatti Vostri" allora condotta da Giancarlo Magalli e poi furono inviate a vari ufologi per farle analizzare. Sia le foto che l'intero caso, però, risultavano poco credibili. Il magistrato di Ascoli Piceno ordinò la confisca delle foto e iniziò un procedimento a suo carico con l'accusa di "diffondere notizie false ed esagerate che alterano l'ordine pubblico", ma nel maggio del 1994 la corte archiviò i carichi e vennero restituite le foto al diretto interessato. Ancora oggi Caponi è protagonista di un caso giudiziario, ma non è lui l'imputato, anzi: vuole un risarcimento pari a più di un miliardo delle vecchie lire (!) da quelli che hanno sfruttato senza consenso il materiale e le immagini fotografiche scattate da Filiberto Caponi a Pretare d'Arquata nel 1993. "Nessuno si può impossessare della mia storia e delle mie foto", "Sono solo io l'unico ad avere i diritti su tutto" (parole di Filiberto Caponi). Caratteristiche della creatura Filiberto Caponi descrisse al CUN una creatura con queste caratteristiche: - Una piccola testa sferica, con occhi obliqui, fissi, levigati e neri. - Il viso era immobile, solo la bocca si apriva e chiudeva regolarmente, inoltre l'essere aveva una forte salivazione. Non aveva, o perlomeno non mostrò, lingua e denti. - La pelle era rugosa e con alcune cicatrici, solo nella testa era liscia ma con alcune macchie. Aveva macchie bianche e gialle anche nel petto. - Le braccia erano immobili e fragili, si poteva vedere dai movimenti la loro debolezza; le mani, che sembrava atrofizzate, presentavano tre dita, immobili anch'esse. - Le gambe erano sottili e muscolose.
Il testimone dunque, ha incontrato più volte la strana creatura, per la precisione ben cinque volte e in date diverse: il primo incontro è accaduto il 9 maggio; il secondo dopo 15 giorni, quindi il 24 maggio; il terzo incontro avvenne tre mesi dopo, l'11 agosto; il quarto nove giorni dopo, il 20 agosto; il quinto ed ultimo incontro ad un mese preciso di distanza, il 20 settembre.
PRIMO INCONTRO, 9 maggio 1993, sera.
Filiberto Caponi, tornava a casa dopo un giro in macchina. Una volta chiuso il garage, sent' un lamento provenire dalla strada, era un verso alquanto insolito. Si affacciò verso la strada e vide, vicino ad una casa, una specie di "palla bianca" da cui proveniva quello strano lamento. Pensando che fosse un gatto abbandonato chiuso in una busta si avvicinò e gli diede un piccolo colpettino con il piede per farlo uscire fuori, ma una volta colpita, questa "palla bianca" si alzò in piedi e scappò scavalcando un muretto. La creatura era molto veloce, ma Caponi riusc' a vedere che era un umanoide poichਠaveva delle piccole braccia, che non usava tenendole immobili, delle gambe fasciate, una testa di cui riusci' a vedere la pelle e una specie di borsa scura che la creatura portava sulle spalle. Dopo l'incontro Filiberto Caponi si accorse che, nel piede con cui aveva colpito quell'essere (piede destro), c'era un annerimento della pelle che scomparve del tutto dopo tre giorni. Caponi rientrò a casa, raccontò tutto e poi, riusc' in strada, questa volta insieme a suo padre, in cerca di tracce lasciate da quella creatura. Il padre trovò, dietro al muretto dove era fuggita l'entità , una garza insanguinata. Questa aveva un aspetto ripugnante, allora decisero di non riportarla in casa e si limitarono a posarla sotto una vecchia lavatrice per poi farla analizzare il giorno dopo ad Ascoli Piceno. Quella stessa notte, Caponi sent' nuovamente quello strano verso, inizialmente non vide niente, ma ad un certo punto lui e il padre, guardando attraverso la finestra, lo videro correre molto velocemente. La mattina dopo, la garza insanguinata che era stata depositata sotto una vecchia lavatrice, era sparita inspiegabilmente, fu allora che Filiberto Caponi decise di procurarsi una macchina fotografica. Gli fu prestata dal cognato una Polaroid 660.
SECONDO INCONTRO il 24 maggio 1993, ore 2.00 AM.
Filiberto ascoltò nuovamente il lamento che aveva sentito 15 giorni prima, allora, presa la macchina fotografica usc' di casa per cercare di scattare qualche foto a quella creatura. Una volta uscito dalla porta di casa, vide lo strano essere dirigersi verso di lui ad andatura normale. Caponi scattò una prima foto, e l'essere, vedendo la luce del flash, si arrestò, fu allora che Filiberto molto velocemente si avvicinò allo strano essere, scattò una seconda fotografia per poi scappare dentro casa. Si svegliò suo padre, allora il figlio Filiberto gli mostrò le foto che aveva appena scattato per vedere cosa mostravano. Inizialmente si vedeva soltanto un'ombra scura, ma successivamente si resero visibili testa e braccia. Comunque inspiegabilmente, le foto non erano chiare ma si vedevano solo "parti" della strana creatura.
TERZO INCONTRO, 11 agosto 1993, ore 5.00 AM.
Caponi si trovava fuori dalla sua casa, stava guardando le stelle, ma ben presto si trovò a guardare nuovamente la strana creatura che era seduta davanti la porta della sua officina. Allora, rientrò subito in casa per prendere la macchina fotografica e per scattare qualche altra foto. Riusc' subito all'esterno e scattò alcune foto. Lo strano essere alla luce del flash girò lentamente la testa, si alzò in piedi, poi curvò la schiena per poi girarsi ed infine scappare, ma l'importante era avere le foto della creatura che si mostrò finalmente a Filiberto infatti in queste foto, il presunto EBE era completamente visibile. L'essere si mostrava avvolto in una specie di coperta, le gambe erano avvolte da veli e fasce. Caponi riusc' a fare una breve descrizione della coperta indossata dal misterioso essere: era scura, e nelle spalle sembrava di cuoio rattoppato.
QUARTO INCONTRO, 20 agosto 1993.
Filiberto riusc' a scattare due nuove fotografie alla misteriosa creatura. Una volta aperta la finestra, riusc' a vedere l'essere seduto al centro dello spiazzale davanti la casa. Scese subito e scattò la prima foto e la creatura, come suo solito, girò la testa molto lentamente, fu allora che gli venne scattata un'altra foto e, subito dopo lo scatto, l'essere si alzò in piedi, incurvò la schiena e scappò. Esso questa volta, si mostrò leggermente diverso di come si era mostrato nelle altre occasioni: aveva gambe coperte da veli e fasce come sempre, ma questa volta non aveva più la sua coperta. Grazie ll'assenza della coperta, il testimone riusc' a vedere che l'entità aveva nel petto come due strani tubi, che si muovevano sotto pelle; Caponi ipotizzò che essi potevano servire per respirare. Il corpo dell'entità sembrava completamente bagnato. E' da notare che il giorno stesso, la sorella di Filiberto aveva sentito dei rumori sulla terrazza dove erano tenuti dei barili per annaffiare i fiori. Quando andarono a dare un'occhiata si accorsero che uno dei barili era vuoto per metà . Non trovarono nessuna traccia dell'essere, ma solo un piccolo buco nel muro.
QUINTO INCONTRO, 20 settembre 1993.
Questo fu l'ultimo incontro di Filiberto Caponi con la strana creatura. Erano le 3.00 AM circa e Filiberto, ormai in guardia da molte notti, vide di nuovo la strana creatura dalla finestra della sua camera. Prima di uscire di casa e di fotografarlo, decise di farlo vedere a sua nonna, che dormiva nella camera accanto. Allora si diresse nella sua camera e la svegliò, e, poichਠera impossibile vedere l'entità dalla finestra della camera di sua nonna, uscirono direttamente fuori per guardarlo. Una volta scese le scale e aperta la porta, la nonna di Filiberto vedendo quella strana creatura, si spaventò ed iniziò ad urlare e a supplicare il nipote di stare lontano da quell'essere che defin' maligno e demoniaco. Lui, tranquillizzata la nonna scattò una foto e l'essere come suo solito scappò via. Caponi lo insegu' sotto la pioggia, fino al campo, fu l' che lo perse di vista definitivamente. Questa volta l'essere sembrava ricoperto da una strana sostanza sierosa, sembrava sangue. Il caso continua ancora oggi... La sua, fu una storia che fece discutere, e fa discutere, seppur molto di meno, ancora oggi, anche se ormai la gente è propensa a credere nella falsità di questo caso. Le fotografie di Caponi fecero molto discutere, furono pubblicate in un settimanale "Visto", apparvero nella trasmissione "I Fatti Vostri" allora condotta da Giancarlo Magalli e poi furono inviate a vari ufologi per farle analizzare. Sia le foto che l'intero caso, però, risultavano poco credibili. Il magistrato di Ascoli Piceno ordinò la confisca delle foto e iniziò un procedimento a suo carico con l'accusa di "diffondere notizie false ed esagerate che alterano l'ordine pubblico", ma nel maggio del 1994 la corte archiviò i carichi e vennero restituite le foto al diretto interessato. Ancora oggi Caponi è protagonista di un caso giudiziario, ma non è lui l'imputato, anzi: vuole un risarcimento pari a più di un miliardo delle vecchie lire (!) da quelli che hanno sfruttato senza consenso il materiale e le immagini fotografiche scattate da Filiberto Caponi a Pretare d'Arquata nel 1993. "Nessuno si può impossessare della mia storia e delle mie foto", "Sono solo io l'unico ad avere i diritti su tutto" (parole di Filiberto Caponi). Caratteristiche della creatura Filiberto Caponi descrisse al CUN una creatura con queste caratteristiche: - Una piccola testa sferica, con occhi obliqui, fissi, levigati e neri. - Il viso era immobile, solo la bocca si apriva e chiudeva regolarmente, inoltre l'essere aveva una forte salivazione. Non aveva, o perlomeno non mostrò, lingua e denti. - La pelle era rugosa e con alcune cicatrici, solo nella testa era liscia ma con alcune macchie. Aveva macchie bianche e gialle anche nel petto. - Le braccia erano immobili e fragili, si poteva vedere dai movimenti la loro debolezza; le mani, che sembrava atrofizzate, presentavano tre dita, immobili anch'esse. - Le gambe erano sottili e muscolose.
I piedi erano composti da due dita di cui uno era più lungo e l'altro, più corto, era probabilmente un pollice. - I tubi nella gabbia toracica uscivano fuori per poi rientrare subito nel corpo. Questi tubi non sembravano essere parte del corpo dell'entità ; il petto era immobile, sembrava non respirasse, mentre i tubi si muovevano regolarmente. E' stato ipotizzato che la loro funzione fosse respiratoria. - Presentava alcuni "rigonfiamenti" nella schiena e uno nel collo, il quale sembrava essere più grande degli altri. - L'essere era probabilmente attratto dalla luce, in una foto infatti, fu immoratalato mentre osservava un lampione, ma si scosse alla luce del flash. - Emetteva uno strano lamento composto da versi incomprensibili. Per concludere Qual'è la verità ? Caponi ha veramente visto e fotografato un extraterrestre? Oppure si è inventato tutto in cerca di fama e soldi? Ormai dopo questi anni, il caso pare archiviato come falso anche se se ne discute ancora... La storia non sembra credibile, molti particolari infatti sembrano in contraddizione, anche le fotografie sollevano qualche dubbio: sembra che in alcune foto l'umanoide si trovi nella stessa postura in cui si trova in altre foto, ma è fotografato da inquadrature diverse per far sembrare che le posizioni siano differenti. Questa vicenda è aggravata dal fatto che Caponi era un artigiano, quindi avrebbe potuto tranquillamente costruire uno o più manichini in terracotta o in cartapesta, non a caso all'interno della sua abitazione, fu trovato un pupazzo in terracotta molto simile a quello delle foto. Questo fu il colpo di grazia per Filiberto Caponi, la scoperta di questo pupazzo in terracotta simile al presunto EBE fotografato, pare togliere ogni dubbio sul caso. Ormai non c'era più nessuna ipotesi o testimonianza a sostenere la convinzione di Caponi, tranne quando fu divulgata su internet una storia, del tutto senza fondamento: "Nel luglio del 1993 fu avvistato un UFO dai radar dell'aeroporto di Roma. Furono mandati, dall'aeronautica militare italiana, due caccia per intercettarlo.
L'UFO fu abbattuto con due missili aria-aria che lo fecero precipitare nei pressi del Monte Vettore, vicino Pretare d'Arquata. Tre giorni dopo, si verificò il primo avvistamento fra Caponi e il presunto EBE. Come ho già detto però, questa storia è una gran bufala, priva di qualsiasi fondamento. Questa fu una delle poche storie che davano credito all'ipotesi extraterrestre del caso. Ormai la vicenda pare risolta: la scoperta del pupazzo in argilla, particolari in contraddizione, foto che fanno discutere, tolgono ogni dubbio: il caso è un falso.
http://www.nonapritequelportale.com/caponi-alieno-falso
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Ликвидация « спруты» НЛО UFO crash
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